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La canna da zucchero alla Piana di Catania

Ricevo dal collega dott. agr. Paolo Giglio, e pubblico.
Stamane sul giornale “ La Sicilia “,un chimico suggeriva di coltivare la canna da zucchero in Sicilia e segnatamente nella Piana di Catania.
Io dissento,sotto il profilo climatico ed il notevole uso di manodopera.
Ecco il mio pensiero :
Non credo nell'opportunità di reintrodurre la coltivazione della canna da zucchero (Saccharum officinarum).
La produzione di questa grande graminacea perenne,coltivata dalla più remota antichità è  attualmente in mano al Brasile,l'India e  Repubblica Popolare Cinese,il cosi detto BRIC , dell'attuale  globalizzazione  economica.
 Nel passato la coltura è stata presente in Sicilia e Calabria (900 d.C.), grazie  a Federico II di Svevia,col nome di  " cannamele "  o   " sale arabo ",ma ebbe successivamente il declino per la presenza della barbabietola e per l'estrema latitudine di coltivazione.
La canna  è una pianta esclusivamente tropicale cresce assai prosperosa a temperature elevate,specie se non faccia difetto la piovosità.
Non solo il clima - in linea generale - ha importanza grandissima ,ma che tra i fattori climatici quello che ha in realtà una efficacia preponderante,è la precipitazione.
Altro fattore è la tessitura del terreno,deve essere soffice,permeabile per cui occorrono  lavori profondi e garantirsi della capacità di sviluppo con l'impiego di forti concimazioni.
L'importanza della reazione del pH dei terreni è determinante : la produzione zuccherina ottimale è con un pH 6,8.
La canna raggiunge la maturità in un periodo variabile,di mesi 8,10,12 ed anche 22 !
Nel primo anno di impianto,la maturità si raggiunge intorno  10 mesi e sia completa  ai 12 mesi ,più o meno,secondo la razza,l'ambiente e la coltivazione.
La raccolta è in relazione alla progressiva  maturazione ed  ha una lunga durata ed occorre molta manodopera.
Per concludere la coltivazione   della canna da zucchero - a mio parere -  presenta notevoli rischi (terreni argillosi della Piana,difficoltà nel reperire notevoli volumi d'acqua,turnazione nella somministrazione (20/30 gg.),durata del canneto poliennale,capacità diurna  degli stabilimenti di lavorazione  … la conversione  del saccarosio si manifesta anche dopo il taglio,se la canna non viene subito lavorata),etc.

Paolo Giglio

Commenti

  1. non ho letto 'la sicilia' ma come mai non si è anche parlato, nell'occasione, di riapire lo zuccherificio della stazione di motta? Già che c'erano..

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  2. Hai ragione bimbo scemo.

    Tu non eri ancra nato,ed io ero un giovane studente.

    Sai che le attrezzature di lavorazione erano state riciclate dall'industria saccarifera del nord e passate per nuove alla Regione Sicilia !

    Fu ... una presa per i fondelli per gli agricoltori della Piana !


    Ora,vogliono ... farci combattere con l'economie migliori dei Paesi emergenti (vedi bric),circa la coltivazione della canna da zucchero!

    Forse voi giovani non sapete che nel breve e medio termine,si stanno muovendo - nel mondo e segntatamente nell'Europa - i cavalieri dell'anti - globalizzazione.

    Essi sono : l'occupazione galoppante ; la notevole liquidità finanziaria e la carenza delle materie prime.

    Seguite l'India e la sua crisi attuale per la mancanza di ... cipolle.

    Si,le cipolle.

    Leggete gente !

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  3. Non ci credevo,ma il " Sole 24 ore " lo conferma:

    In India si usa dire che non sarai mai davvero povero finché potrai permetterti un tozzo di pane e una cipolla.

    Per molti l'acquisto di questo umile bulbo – che tra l'altro costituisce la base di innumerevoli ricette indiane – è improvvisamente diventato un lusso: nel giro di una settimana, a causa del maltempo che ha rovinato i raccolti, il prezzo di un chilo di cipolle è raddoppiato, arrivando fino a 70 rupie, circa 1,20 euro.

    Una cifra che può essere insostenibile in un paese in cui 420 milioni di persone – un quarto della popolazione – vivono sotto la soglia di povertà. Per il caro-cipolla si può morire di fame.

    Ed allora ... diciamo a dontrassi ... coltiviamo cipolle per l'India !

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